Per la prima volta, in quella notte e in quel luogo, le persone omosessuali e transgender reagirono alle violente irruzioni, ai rastrellamenti e agli arresti perpetrati quotidianamente dalla polizia newyorchese nei loro confronti a causa del loro orientamento sessuale e/o della loro identità di genere.Negli Stati Uniti d’America questo movimento di rivendicazione della dignità e dell’eguaglianza delle persone omosessuali e transgender, insieme ai movimenti di liberazione delle donne e delle persone di colore, fu sostenuto da larghi strati della cittadinanza. Nei giorni e anni seguenti le comunità LGBTQI di numerose città degli USA, hanno promosso la partecipazione di grandi cortei per rivendicare il proprio diritto alla piena dignità ed eguaglianza. Da un passato di stigmatizzazione, denigrazione e violenza, le cittadine e i cittadini LGBTQI avviarono, insieme alle altre forze della società civile, un movimento di liberazione che si estese a molti Paesi del mondo, tra i quali l’Italia.
Dal 1970, i Pride vengono celebrati in numerose città del mondo con eventi e cortei di commemorazione cui partecipano, insieme alla cittadinanza, rappresentanti di Istituzioni internazionali, comunitarie, nazionali e locali a testimonianza dell’impegno civile delle Istituzioni a fianco delle persone LGBTQI per la promozione e tutela dei diritti umani di ogni persona.
Il 28 giugno 1982 per la prima volta in Italia il Comune di Bologna, con il sindaco Renato Zangheri, diede in affitto a un’associazione LGBT uno stabile di sua proprietà (il Cassero di Porta Saragozza) e fissò in questo modo un punto fermo nel dialogo a Bologna tra movimento LGBT e istituzioni. Ancora oggi prosegue un reciproco riconoscimento e collaborazione che rende Bologna fiorente di espressioni ricche e diverse di questo movimento.